Telesio e Campanella
Bernardino Telesio nasce nel 1509 a Cosenza, dove compie i suoi primi studi. Su reca poi a Milano, a Roma e infine a Padova dove sviluppa le prima teorie naturalistiche. Dopo un soggiorno a Napoli, ritorna a Cosenza ove riorganizza l'Accademia cosentina, un’istituzione che aveva lo scopo di diffondere la cultura, istruire i giovani e valorizzare scienziati e artisti. Muore nel 1588 nella sua città natale.
Nel corso del
'500 la natura viene interpretata come il principio di vita e di movimento di
tutte le cose esistenti e come un tutto vivente, organicamente e
necessariamente ordinato. La natura, inoltre, è studiata con l'ausilio di
pratiche magiche, astrologiche e dell'alchimia nell'intento di scoprire e di
dominare l'intima connessione fra i fenomeni.
Per Bernardino
Telesio l'indagine conoscitiva deve partire dal senso, che attesta l'esistenza
in natura di due forze agenti: il caldo, forza dilatante e principio del
movimento, e il freddo, forza condensante e principio di immobilità.
La sensazione è
la percezione con cui lo spirito-calore avverte i movimenti in lui suscitati
dalle nature, agenti esterne e la sensibilità è alla base dell'intelligenza.
Secondo lui il piacere e il dolore che vengono dal contatto delle cose con
l'anima-calore sono i principi di bene e male che fondano l'etica.
Bene è ciò che
conserva lo spirito-calore, male è ciò che lo distrugge.
Tommaso Campanella nasce a Stilo in Calabria nel 1568 e
a soli tredici anni entra nell'ordine dei domenicani dove viene educato alla
cultura aristotelica- scolastica. Insoddisfatto inizia a studiare autonomamente
i filosofi greci, i platonici e infine Telesio, di cui divenne grande
ammiratore e da cui riprese la prima parte del suo pensiero (natura come realtà
governata da leggi).
Ciò che è
innovativo rispetto al pensiero di Telesio, è che egli rigetta la cultura libresca, si appella all'esperienza
diretta della natura e della vita e propone un
modello ideale di società in cui rivestono particolare importanza
la scienza e il lavoro.
Egli afferma che
imitare Dio è il compito dell'uomo, che legge i segni divini in due libri: la
Bibbia e la natura. Identifica il conoscere con l'essere così come si presenta
nell'immediatezza dell'esperienza sensibile, che rivela al filosofo l'essere
perfetto di Dio. Nella Città del Sole presenta un'utopia politico-religiosa
basata sull'organizzazione razionale della vita sociale. E propone una città in
cui la famiglia è abolita, la proprietà privata e la schiavitù sono aborrite,
il lavoro viene considerato un grande valore che nobilita l'uomo. Riserva,
inoltre, una grande attenzione alla formazione dei ragazzi in quanto attraverso
di loro bisogna sradicare l’ignoranza nel mondo.
Commenti
Posta un commento