Bacone il potere della scienza
Per Francesco Bacone, la scienza consegue vantaggi mai ottenuti prima, allo scopo del miglioramento delle condizioni di vita degli uomini, e a suo avviso, la scienza è un sapere tecnico che deve stabilire il dominio da parte dell'uomo sulla natura.
Uno dei suoi principi di massima, è che “sapere è
potere”.
Baccone vive nel 600, in Inghilterra, dove la tecnica
si è sviluppata in maniera importante, e in questo contesto ha sviluppato una
critica alla filosofia aristotelica, vedendo nella stessa un limite, un confine,
dentro il quale rimanevano le scoperte degli antichi, dove il principio
dell'autorità, sottometteva ciecamente le persone, in quanto anziché portare
avanti le teorie dei loro maestri le persone le accettavano e le riproducevano
passivamente.
Bacone, sostituì nella sua filosofia la figura del
maestro con quella dell’inventore,, sostituì la figura del sapiente con quella
del professionista, che contribuisce al progresso della scienza, infatti per
lui nel sapere scientifico, nel sapere tecnico si registrano i progressi che si
avvalgono dell'esperienza e del costante rapporto con la natura ed è proprio
per questo motivo che i moderni superano gli antichi, perché i moderni
accumulano maggiore esperienza.
Nel suo pensiero troviamo la lotta ai pregiudizi che
ostacolano la conoscenza e la ricerca della verità, E lo manifesta attraverso
la dottrina degli idoli che sono radicati nella natura umana e che per poterli
estirpare necessitano di una profonda rivoluzione culturale e filosofica.
La dottrina degli idoli la possiamo schematizzare come segue:
· i pregiudizi della, ovvero
quei pregiudizi che derivano dal fatto che gli uomini interpretano le cose in
base a dei propri schemi mentali o a dei propri bisogni;
· I pregiudizi della spelonca,
pregiudizi che derivano da ereditarietà, da educazione, dall'ambiente, dagli
amici, dalle letture, dalle esperienze personali;
· i pregiudizi della tirannide
delle parole, pregiudizi che derivano dall'uso arbitrario o inappropriato delle
parole e che generano due tipi di pregiudizi, quelli che indicano le cose che
non esistono e quelli che indicano le cose che esistono, ma in maniera
imprecisa;
· I pregiudizi del teatro, ovvero quei pregiudizi indotti dalle dottrine delle diverse scuole filosofiche, scuole che non permettono all'intelletto di progredire che hanno perso il contatto con la natura.
Bacone vede l'uomo quale ministro e interprete della
natura, in quanto la natura ha bisogno dell'uomo e lui deve farsi interprete,
in modo da poter svelare i segreti della natura. per fare questo e quindi
interpretare la natura c'è bisogno di una nuova procedura che lui definisce la
procedura dell'induzione.
Tale procedura si articola attraverso una funzione di collezione ordinata di fatti e lo fa attraverso delle tavole:
ü la tavola della presenza nella
quale le situazioni i fenomeni si verificano
ü la tavola dell'assenza nella
quale le situazioni ai fenomeni non si verificano
ü la tavola delle comparazioni nella quale si registrano le intensità con cui vari fenomeni passano da una situazione all'altra.
La sua Funzione ed utilità è estremamente produttiva
in quanto procede senza fare salti, ma in un modo graduale e con il continuo
controllo dell'esperimento, e consiste:
nell'organizzare, catalogare e studiare i fenomeni della natura la scienza in questo modo procede con ordine:
· osserva i fenomeni
· raccoglie i dati nelle tavole
· emette una prima ipotesi o
vindemiatio prima
· effettua prove di verifica ed esperimenti cruciali.
Per concludere, il pensiero di Bacone è un sapere
tecnico, che deriva dal risultato della collaborazione di molti scienziati,
dove occorre prendere a modello la società ideale della scienza e della tecnica,
dove tutti si dedicano allo studio, guidati proprio dagli scienziati che
collaborano in vista del progresso.
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