Galilei la nascita della scienza moderna

Le sue scoperte nel campo della fisica e dell'astronomia hanno contribuito a cambiare la concezione dell'universo, ma fu soprattutto il rigore matematico che lui mise nelle sue dimostrazioni basate sull'osservazione diretta dei fenomeni a costituire le basi per il metodo sperimentale.

Fu proprio attraverso l'utilizzo del cannocchiale divenuto poi il telescopio, che ebbe la possibilità di studiare le caratteristiche principali e i moti dei corpi celesti per ricavarne importanti osservazioni e scoperte astronomiche che pubblicò nella sua opera sidereus nuncius. Attraverso questo strumento scopri:

  •         le macchie solari dove osservò che il sole non era un corpo perfetto ma era caratterizzato sulla superficie dalle cosiddette macchie solari;
  •         crateri e catene montuose sulla luna che sebbene la luna in modo da poter paragonare la luna al pianeta terra proprio grazie alla presenza di queste caratteristiche,
  •         i quattro satelliti di Giove chiamati “medicei” dimostrando che non soltanto la terra ma anche gli altri pianeti avevano dei satelliti.

Furono proprio queste scoperte che ribaltarono la tesi aristotelica e portarono alla tesi copernicana ovvero alla teoria eliocentrica, riuscendo a giustificare le fasi lunari e la posizione dei pianeti e delle stelle nella volta celeste ponendo da questo momento in poi la terra al centro dell'universo. ovviamente questo concetto andava in contrasto con le sacre scritture e non era tollerato dalla Chiesa.


Galileo Galilei sostenne che la Bibbia aveva uno scopo etico e religioso e non scientifico e voleva insegnare agli uomini “com'era fatto il cielo”, non voleva insegnargli “come si vada in cielo” e quindi sosteneva che la verità religiosa e la verità scientifica non andavano in conflitto, in quanto erano poste su piani differenti.

Infatti, Dio ha parlato agli uomini attraverso le sacre scritture, che è una verità rivelata, attraverso la creazione, che è una verità naturale, e alla chiesa spetta l'interpretazione corretta di tutto ciò, mentre alla scienza e agli uomini spetta l'interpretazione della struttura della natura ed è qui che  sostiene che tra scienza e fede non c'è una separazione di competenze in quanto si pongono su piani differenti.

Galileo Galilei sostenne questo suo pensiero con l'opera “il dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo tolemaico e copernicano”, diffondendo la sua idea ad un vasto pubblico. tale opera gli portò un'alta popolarità, in quanto si diffuse velocemente in tutta Europa, ma lo condusse anche ad un processo presso l'inquisizione.

Il tribunale dell'inquisizione doveva difendere le questioni di fede e doveva punire tutti gli eretici fu così che Galileo Galilei fu costretto ad un atto di abiura, ovvero dovete ripudiare le proprie teorie e riconciliarsi con la fede cattolica.

Dal suo percorso di vita si può comprendere come per lui l'esperienza la ragione l'osservazione e la matematica avevano un’importanza primaria.

Da tutto questo emerge come per Galileo, il principio di autorità, che non si interessa di comprendere l'origine della creazione, il destino dell'universo, dovesse essere criticato, ed infatti critica il sapere libresco ovvero il “mondo di carta” in quanto nega l'esperienza e l'osservazione, non basandosi su basi scientifiche che definì essenzialismo e finalismo, dove l’essenzialismo si basa sull'essenza delle cose mentre il finalismo si basa sul fatto che tutte le cose sono destinate all' utilità dell'essere umano.

Per Galilei il metodo scientifico si deve basare su tre passaggi fondamentali che sono:

  •         le sensate esperienze ovvero quell'esperienza sensibile che avviene mediante i 5 sensi dell'uomo, necessaria per l'osservazione dei fenomeni naturali, dove la vista viene ritenuta il senso per eccellenza;
  •         le necessarie dimostrazioni con le quali si riferisce alla necessità per la scienza di inferire determinate conclusioni, a partire da un'intuizione di base mediante rigorosi procedimenti deduttivi di carattere logico matematico;
  •        il cimento o verità che non è altro che l'ultimo passaggio del metodo scientifico, che consiste nel provare la veridicità delle ipotesi formulate all'interno di un laboratorio riproducendo gli esperimenti naturali in maniera artificiale.

Il metodo scientifico per Galileo implica quindi una concezione matematica e scientifica dell'universo, egli distingue le qualità soggettive dalle qualità oggettive, dove per qualità soggettive si riferisce agli odori, colori,  sapori, etc. ovvero tutto ciò che proviene dall'esperienza sensibile dell'individuo e che quindi non rientra in quella ricerca scientifica, mentre le qualità oggettive si basano proprio sugli aspetti matematici e quantitativi che permettono misurazioni e calcoli di ogni genere.

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