La scienza e il suo potere
Con la nascita della scienza moderna, quello che è stato il pensiero scientifico aristotelico viene abbandonato. Quella prospettiva organicistica, qualitativa e finalistica, lascia il posto ad una prospettiva tecnica, pratica, orientata a conoscere la natura, affinché la natura si metta a disposizione dell'uomo.
La matematica comincia ad avere un ruolo fondamentale
come strumento del pensiero, ma soprattutto come legge interna di un cosmo
strutturalmente geometrico.
Ora la rivoluzione scientifica prende piede,
attraverso Galileo Galilei, Keplero, si cominciano a studiare le leggi
dell'universo, attraverso l'osservazione dei fenomeni, e si introducono nuovi
strumenti di indagine.
I filosofi di ieri e di oggi, si trovano di fronte
allo stesso mondo, ma lo descrivono in maniera differente per motivi di ordine,
sia soggettivo, che oggettivo, quello che muta infatti è lo sguardo di chi
osserva e questo grazie proprio all' invenzione e allo sviluppo dei nuovi
strumenti di osservazione.
In questo periodo nasce il telescopio, il microscopio,
il termometro, la pompa pneumatica, in questo periodo, il sapere diventa potere,
ed è proprio grazie alla scienza e alle sue applicazioni tecniche che l'umanità
ha notevolmente migliorato le proprie condizioni di vita, ha cominciato a
sconfiggere le malattie, ha iniziato a sviluppare i trasporti, ha diminuito le
distanze, ha sviluppato la rete di informazioni. Sono proprio le
apparecchiature tecniche che cominciano a svilupparsi, e a permettere all'uomo
di esaminare I fenomeni non percepibili con i semplici organi di senso.
L'uomo si stacca da quello che era il timore reverenziale
che aveva sempre avuto nei confronti della natura, ma per alcuni questo
sfruttamento incondizionato che l'uomo fa della natura potrebbe avere dei
risvolti negativi, in quanto potrebbe diventare anche autodistruttivo nei
confronti dell'umanità stessa.
Ed è qui che si sviluppano due modelli di pensiero contrapposti
il modello antropocentrico, che considera l'essere umano come signore incontrastato
della natura, e il modello biocentrico, secondo la cui prospettiva,
l'essere umano non è un soggetto contrapposto ad una natura-oggetto, ma ne è
l'inquilino, ovvero l’abitante di una dimora comune, dove condivide con gli
altri esseri viventi la responsabilità.
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