Leibniz e l'universo come organismo vivente e la metafisica delle monadi

Quando parliamo di Leibniz, parliamo del suo pensiero metafisico, ovvero quel pensiero che si occupa dei principi primi, degli aspetti teorici e dei valori assoluti della realtà, prescindendo dai dati dell'esperienza diretta o della conoscenza sensibile.

Secondo Leibniz che si avvicinò fin da giovane alla filosofia, la filosofia doveva servire a rafforzare la fede in Dio ed è proprio attraverso questo obiettivo che lui si applica allo studio della natura, soprattutto all'analisi della struttura dei corpi ed ecco dunque il suo progetto, quello di reinterpretare i risultati della scienza moderna in una prospettiva che mostri i fini dell'universo e che risponda alla domanda… perché esiste il mondo.

La sua idea parte dal fatto che il nostro è il mondo migliore di tutti i mondi possibili, Dio avrebbe potuto crearne altri, ma ha deciso di far venire all'esistenza il mondo migliore, che non poteva essere perfetto, perché altrimenti sarebbe stato identico a Lui e quindi, ha scelto il mondo migliore secondo il suo punto di vista.

Ma siccome Dio non fa nulla per caso, Egli ha agito sicuramente per un fine, e questo fine qual è? È il bene.

Quindi si può dire che tutto ciò che esiste è perché Dio l'ha voluto in vista di un bene.

Passando al pensiero di Leibniz, direi che il punto cardine della sua filosofia sia la forza viva o detta anche energia cinetica, che sta dietro i fenomeni fisici, una forza di natura metafisica, che è ciò di cui è fatta tutta la realtà, una forza chiamata “monade”, e costituita da infinite parti chiamate atomi spirituali, che non hanno nulla a che fare con la definizione classica di atomi, essendo questo un fenomeno metafisico.

La monade (dal greco monás, che a sua volta deriva da mónos, ovvero “solo”, cioè “unico”) è un “atomo spirituale”, una sostanza semplice e indivisibile, senza parti e quindi priva di estensione. Non potendosi disgregare, è eterna e soltanto Dio può crearla o annullarla.

Le monadi quindi, sono, per Leibniz, sostanze puntiformi, se per "sostanza" intendiamo un 'centro di forza'. Esse non possono avere inizio o fine nel tempo, se non tramite creazione o annichilazione.

Hanno un'attività interna, ma non possono essere fisicamente influenzate da elementi esterni, in questo senso sono indipendenti.

Ogni monade è un'entità in sé completa, autosufficiente e ogni esperienza ogni sviluppo è già insito nella sua essenza, voluta da Dio proprio al fine di realizzare il migliore dei mondi possibili.

 Il punto su cui Leibniz insiste di più, è però l’attività che le monadi svolgono: ogni monade, il cui termine già indica il valore autonomo di ognuna di esse, è isolata dalle altre monadi ma è allo stesso tempo “specchio di tutto l’universo”, nel senso che ognuna ha dentro di sé tutto l’universo, e in sé stessa si rappresenta l’universo. Ogni monade è dunque un centro attivo di rappresentazione del mondo, ed il mondo non è altro che il frutto delle infinite e inesauribili prospettive che su di esso ogni singola monade può percepire.

Ogni monade inoltre è dotata di “percezioni”, ovvero di quella caratteristica mediante la quale riescono a percepire le cose esterne, ma la loro percezione non è una percezione cosciente ma è una percezione confusa.

Solamente un tipo di monadi, ovvero quelle definite superiori riescono ad avere una percezione cosciente, detta anche “appercezione”, vale a dire percezioni consapevoli, e queste possono essere ad esempio le monadi dotate di anima che, a differenza di un oggetto, sono dotate di coscienza.

La differenza che sussiste quindi fra le monadi che hanno solo le percezioni e quelle che hanno le appercezioni è data dal fatto che mentre le prime non hanno la consapevolezza, le seconde la hanno.

Esiste quindi una gerarchia ben definita delle monadi e l’elemento che ci consente di metterle in ordine è la loro chiarezza o meno: più le percezioni saranno consapevoli più la monade sarà alta, mentre se le percezioni sono inconsapevoli o poco chiare la monade si collocherà più in basso. E su questo punto Leibniz crea una gerarchia delle monadi così suddivisa:

·       gli oggetti, che sono quelle prive di coscienza

·       gli animali, che sono dotati di anima ma non di memoria

·       gli uomini, ovvero gli spiriti superiori che sono dotati di ragione e volontà.

Sebbene le monadi tra di loro non si influenzino, e non possano trasmettersi il contenuto delle proprie rappresentazioni, questo non vuol dire che tra di loro non ci sia una reciproca relazione, anzi, a detta di Leibniz tra di esse sussiste “un'armonia prestabilita” voluta da Dio fino dall'atto della creazione del mondo.

Infatti, Dio le ha create come un orologiaio, in modo che esse siano in sintonia e in armonia una con l'altra, ed è stato proprio Dio che ha stabilito una corrispondenza tra un evento e un altro.

Ed è proprio questa armonia prestabilita la prova secondo Leibniz dell'esistenza di Dio, che calcola in anticipo tutto ciò che avverrà nell’universo.





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