L'empirismo inglese Locke, Berkeley e Hume
Larga parte del dibattito filosofico del 600 è stato caratterizzato dalla conoscenza e dalla domanda relativa ai limiti e alle possibilità della ragione umana. Parlando dei filosofi dell’Europa continentale, come ad esempio Cartesio, Spinoza e Leibniz, possiamo dire che essi avevano una visione più razionalista dell'impresa conoscitiva, che si basava su un'idea forte di ragione, capace di fornire un sapere affidabile.
Nella seconda parte del 600 In Inghilterra si
sviluppò anche un'altra visione di pensiero, Il cosiddetto empirismo, nel quale
la ragione è imponente senza il bisogno di ricorrere all'esperienza e quindi la
stessa è limitata e condizionata.
In quell'epoca il linguaggio che veniva usato
dai filosofi, era un linguaggio astruso, difficile, non comprensibile per tutte
le persone, mentre gli empiristi vollero adottare una forma di comunicazione
più chiara e semplice, alla portata di tutti.
Ritornando al concetto di sapere, il
protagonista indiscusso della nuova immagine della ragione è lo studioso
inglese Isaac Newton, il quale ha portato avanti l'indagine iniziata da
Copernico e Galilei, arrivando fino a delineare i principi della “fisica
classica”.
Newton però ebbe anche un'altra grande
influenza sul pensiero filosofico del 700, in particolare costruendo delle sue “regole”
metodologiche, che ha poi suddiviso in quattro regole:
·
la prima regola
·
la seconda regola
·
la terza regola
·
la quarta regola
Di questa corrente filosofica denominata
empirismo troviamo personaggi come Locke, Berkeley e Hume, i quali non sono i
classici filosofi conosciuti fino al momento, ma sono personalità mosse alla
ricerca filosofica, che alle spalle hanno studi di tutto altro genere, studi
scientifici, studi giurisprudenziali e non lauree umanistiche o filosofiche, e
quindi sono spinti da una finalità più pratica, ovvero quella di accettare i
poteri e i limiti dell'intelletto umano.
Possiamo concludere dicendo che l'empirismo si
sviluppa in contrapposizione al razionalismo una corrente filosofica di cui il
principale esponente è stato Cartesio, secondo il quale la filosofia dovrebbe
essere condotta tramite l'introspezione, ragionamento deduttivo a priori, ora
secondo questa nuova corrente di pensiero, la conoscenza si considera alla base
del metodo scientifico, facendo nascere così l'idea che le nostre teorie
dovrebbero essere fondate sull'osservazione del mondo piuttosto che sulla fede
o sull’intuito.
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