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Visualizzazione dei post da febbraio, 2022

Il Signore delle Mosche

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Nel film “ il Signore delle Mosche ” scopriremo come la malvagità possa nascere in qualsiasi persona a prescindere dall'età, e questo film ci porterà in un viaggio dove non esistono regole e dove si rivelerà la natura umana. La trama ha inizio con il precipitare di un aereo carico di bambini nei dintorni di un'isola deserta. Su quest'isola i bambini devono organizzarsi per sopravvivere e per cercare di essere salvati.  Inizialmente i bambini si uniscono dimostrando la socialità che è nell'essere umano, o forse perché condizionati dalla società in cui sono cresciuti, ma qualunque ne sia il motivo, i bambini scelgono di nominare un leader che faccia da guida, che non per forza deve essere il più intelligente, o il più forte, o il più simpatico, ma sicuramente deve essere quello che genera più fiducia negli altri. Il leader eletto è Ralph, che nel gruppo rappresenta la democrazia, le cui intenzioni sono buone e che spera che il gruppo resti unito, ma purtroppo, non essendo

Leibniz e l'universo come organismo vivente e la metafisica delle monadi

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Quando parliamo di Leibniz, parliamo del suo pensiero metafisico, ovvero quel pensiero che si occupa dei principi primi, degli aspetti teorici e dei valori assoluti della realtà, prescindendo dai dati dell'esperienza diretta o della conoscenza sensibile. Secondo Leibniz che si avvicinò fin da giovane alla filosofia, la filosofia doveva servire a rafforzare la fede in Dio ed è proprio attraverso questo obiettivo che lui si applica allo studio della natura, soprattutto all'analisi della struttura dei corpi ed ecco dunque il suo progetto, quello di reinterpretare i risultati della scienza moderna in una prospettiva che mostri i fini dell'universo e che risponda alla domanda… perché esiste il mondo. La sua idea parte dal fatto che il nostro è il mondo migliore di tutti i mondi possibili, Dio avrebbe potuto crearne altri, ma ha deciso di far venire all'esistenza il mondo migliore, che non poteva essere perfetto, perché altrimenti sarebbe stato identico a Lui e quindi, ha

Hobbes e la teoria dell'assolutismo politico

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Secondo Hobbs, l'uomo vive in uno stato di natura, che è una condizione nella quale lo stesso mira a procurarsi tutto ciò che serve alla sua sopravvivenza. Per conseguire questo scopo, l'uomo non si pone limiti, e questo porterà inevitabilmente ad una sopraffazione reciproca, dove ognuno diventa nemico dell'altro, dove l'unico pensiero sarà quello di soddisfare ogni proprio bisogno calpestando l’altro. Nello stato di natura però non c'è solo il bisogno, ma c'è anche il timore, il timore della morte che porterà l'uomo a perdere interesse verso qualsiasi cosa, e sarà proprio per questo che a parere di Hobbs la vita dell'uomo in questo stadio di natura sarà solitaria brutta e misera. Secondo lui, questo stato di natura si vede nei fatti di tutti i giorni, in quanto gli uomini per natura tendono a difendersi continuamente, a proteggersi, infatti se viaggiano, viaggiano armati, se sono a casa si chiudono dentro, se hanno dei beni li mettono in cassaforte

Hobbes e lo stato assoluto

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Thomas Hobbes nacque a Westport in Inghilterra il 5 aprile 1588. Fece un percorso scolastico abbastanza lungo, fino ad arrivare a studiare all’universitaria Magdalen Hall di Oxford, dove apprende la logica sillogistica e approfondisce il latino e il greco, ma a questi, preferisce lo studio della geografia e la lettura dei libri di viaggio. Nascendo nel 1588 Hobbes assistette a fatti drammatici che colpiscono il suo Paese, come ad esempio lo scontro tra il Parlamento e il sovrano, culminato in una vera e propria guerra civile. Oggigiorno noi la chiamiamo la cosiddetta Rivoluzione Inglese avvenuta tra il 1628 e il 1660. Infatti, nel 1640 Hobbes decise di abbandonare la sua Inghilterra, in quanto aveva timore che le sue idee filo-monarchiche potessero suscitare reazioni negative da parte del Parlamento, per questo motivo si rifugiò in Francia più precisamente a Parigi dove decise di svolgere un esilio volontario, per poi tornare nel 1651 in patria, a Londra. Ebbe una lunga vita, e visse